Paradigmi che incorniciano parole
Il mondo del lavoro è in rivoluzione e come per ogni cambio di paradigma dobbiamo cambiare anche il nostro linguaggio; perché con le parole facciamo un lavoro di incorniciatura: a volte ci aiutano a vedere meglio, altre volte ci precludono cose importanti.
Parole al Lavoro è uno spazio fatto di parole: preponderanti, fitte, piene di rimandi interni. Parole che disegnano un filo rosso tra gli articoli: un disegno frutto di esperienze, ricerche, studi sui libri; e poi nelle aziende, con le persone, in aula, nei convegni e nelle conversazioni che ho la fortuna di avere ogni giorno con professionisti e persone che come me vivono e studiano il mondo del lavoro.
Un mondo in subbuglio da tempo e in questi giorni ancor di più. Giorni in cui ci mancano le parole e quelle poche che troviamo rispecchiano la totale incertezza degli avvenimenti. Come andrà la nostra salute? E la nostra economia? Funzionerà quello che stiamo facendo? Potremo riprendere le nostre abitudini? Le aziende reggeranno il colpo? Come possiamo riorganizzare le nostre attività per continuare a farle vivere?
Il mondo del lavoro e le nostre vite in generale si trovano a familiarizzare con uno sfondo sfocato che fino ad oggi avevamo volutamente cercato di non vedere. Eppure, anche se il nostro modo di pensare continua ostinatamente ad aggrapparsi alla ricerca di fatti certi, soluzioni sicure, destini chiari e cammini predefiniti, l’incertezza ci accompagna da sempre. Solo che, per fortuna, non ci sono occasioni frequenti a ricordarcelo.
Non abbiamo confidenza con questa parola.
Ora, invece, siamo obbligati anche farci i conti.
È una fase normale, nel normale processo di cambiamento delle cose e in un momento di particolare crisi come quella che stiamo vivendo.
È normale anche la paura e il disorientamento che proviamo di fronte ad un lavoro che cambia e di fronte alle parole che non trovano ancora una fisicità. Siamo nel pieno di una rivoluzione del lavoro, che è emersa ben prima di queste ultime settimane di urgenza ma che l'urgenza stessa ha reso ancora più dirompente; una rivoluzione di quelle che all’inizio manca la terra sotto i piedi ma poi con il tempo si trova l’equilibrio giusto, anche se sempre mutevole e mai stabile.
Questa rivoluzione, come tutte le rivoluzioni, ci farà cambiare la visione delle cose e ci farà fare un salto paradigmatico per il quale, come mai prima d’ora, ci servono parole solide. Non solo per non cadere, ma anzi per prendere lo slancio e far diventare il cambiamento un'opportunità per migliorarci.
Questo blog racchiude articoli scritti in passato e proseguirà con una miniserie che racconta di come i diversi paradigmi nella storia del pensiero scientifico abbiano di volta in volta influito sul nostro linguaggio, che si è dovuto adeguare al cambiamento di concetti e di modi di vedere le cose attorno a noi.
Tutt'ora il nostro vocabolario fatica a tenere il passo delle rivoluzioni. Come se le rivoluzioni fossero sempre troppo grandi da digerire tutte in un sol boccone o il nostro lessico fosse troppo pigro per comprenderle fino in fondo. Eppure, ogni rivoluzione influenza la nostra quotidianità molto da vicino, anche nel modo di pensare e agire il lavoro. Da imprenditori, da lavoratori, da clienti e da consumatori.
Questo blog nasce proprio per questo: per mettere al lavoro le parole che usiamo quando parliamo dei nostri progetti, delle nostre aziende, del lavoro che non c'è, di quello che sogniamo di avere e di quello che improvvisamente cambia forma e statuto senza nemmeno avvisarci.
Buona lettura!

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